AMBASCIATORE IN CATENE

AMBASCIATORE IN CATENE

Scrivendo agli Efesini dalla cella della prigione di Roma, l’Apostolo Paolo si descrive come un ambasciatore  in catene . Egli conclude la sua lettera chiedendo loro di pregare per tutti i santi ed anche per lui affinché “gli sia dato di parlare apertamente per far conoscere con franchezza il mistero dell’Evangelo” Ef. 6:19. L’apostolo non chiede di pregare affinché le sue catene fossero rimosse ma per aver grazia di svolgere il suo ministero fedelmente e coraggiosamente. Quella preghiera fu esaudita. Durante i due anni che l’apostolo Paolo era in stato di arresto in quella casa, fu libero di ricevere “tutti coloro che venivano a trovarlo, predicando il Regno di Dio e insegnando le cose relative al Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza che alcuno glielo impedisse (E Paolo rimase due anni interi in una casa da lui presa in affitto, e riceveva tutti quelli che venivano a trovarlo, proclamando il regno di Dio e insegnando le cose relative al Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento Att. 28:30,31). Ma questa descrizione di sé come “ambasciatore in catene” va al di là della carcerazione fisica dell’apostolo. Umanamente parlando, un ambasciatore è un rappresentante ufficiale di un governo in un paese straniero. Il suo compito principale è quello di promuovere gli interessi della sua Patria. Nessun capo di stato del mondo penserebbe di mandare un “ambasciatore in catene” in un altro paese, solo Dio. Tutti quelli che sono i Suoi veri ambasciatori, sono ambasciatori in catene, non letteralmente ma spiritualmente. L’apostolo Paolo fu mandato a Roma da Dio come Suo ambasciatore in catene. Una persona in catene non è libera di fare ciò che vuole, ma è confinata e forzata a rimanere entro certi limiti. I suoi movimenti ed attività sono ristretti. Egli può muoversi ed agire in base alla lunghezza delle sue catene. La stessa cosa vale per gli ambasciatori di Dio. Essi non sono liberi di andare e venire a loro piacimento ne di fare quello che gli è gradito ma devono stare dentro la sfera delimitata dalla volontà sovrana di Dio manifestata  dallo Spirito Santo. Gesù, dopo la Sua resurrezione chiese a Pietro per tre volte se lo amava e ogni volta Pietro rispose di sì. Ad ogni risposta Gesù gli disse di pascere e curare i Suoi agnelli e le Sue pecore. Poi Gesù gli disse “In verità, in verità ti dico che quand’eri più giovane , ti cingevi da solo e andavi dove volevi ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove tu non vorresti”Giov.21:18.  Le due espressioni “quand’eri più giovane” e “quando sarai vecchio”, non si riferiscono solo all’età di Pietro e alla sua vita naturale ma a due distinti periodi della sua vita. Nel primo periodo Pietro si cingeva da se, serviva il Signore quando, dove e come gli piaceva.

Nel secondo periodo non più soggetto all’io ma cinto dallo Spirito Santo, egli Lo avrebbe servito, come ambasciatore in catene e dove il Signore voleva e così avrebbe glorificato Iddio. Non possiamo divenire ambasciatori di Cristo in catene, se come abbiamo sopra menzionato, non siamo disposti a sottomettere i nostri diritti e la nostra libertà al Signore e permettergli di fare di noi ciò che Gli piace. Cinti dallo Spirito Santo nello Spirito, nell’anima anche nel corpo, come ambasciatori di Dio in catene, non cercheremo la liberazione dalla prova e dall’afflizione o dalle diverse circostanze avverse ma cercheremo di vedere il Signore attraverso la sofferenza. Solo gli ambasciatori in catena possono proclamare con grande efficacia il regno di Dio e la sua giustizia; Poiché essi non hanno interessi per loro stessi ma tutta la loro devozione e per il Re dei re.

Pastore: Paolo Vitulli