IDENTIFICATI CON GESU’

IDENTIFICATI CON GESU’

Sia le prove che le sofferenze possono avere più origini. Vi è un soffrire dovuto al fatto che facciamo parte del genere umano e quindi soggetti alle malattie e all’invecchiamento del corpo. C’ è anche un soffrire dovuto più volte, non ad ignoranza ma alla nostra disavvedutezza ed ostinatezza. Inoltre ci sono prove e sofferenze che fanno parte della nostra chiamata e destino spirituale. Se vogliamo divenire corpo di Cristo è necessario che passiamo attraverso diverse prove ed esperienze talvolta dolorose, sia nello spirito sia nell’anima e nel corpo.

Per realizzare il piano di Dio nella sua vita, Giuseppe il figlio di Giacobbe, fu sottoposto a molte prove. Fu odiato dai propri fratelli , venduto come schiavo, portato in Egitto, accusato falsamente della moglie di Potifar  e di conseguenza cacciato in prigione. In tutti questi dolorosi ed umilianti avvenimenti, Giuseppe non ebbe alcuna responsabilità. Furono tutti nel piano di Dio. Nella sua prima epistola l’apostolo Pietro scrive: Non stupitevi delle prove di fuoco, per quali passate, anzi, rallegratevi ! Perché per esse diventiamo partecipi della natura divina, essendo IDENTIFICATI con Gesù (1 Pietro  4 : 12-19).

Notiamo le parole “prove di fuoco”.., “rallegratevi”, “identificatevi” con Gesù soffrendo secondo la volontà di Dio. Non tutto quello che soffriamo è secondo la volontà di Dio. La maggior parte delle sofferenze di Giacobbe, prima che il suo nome fosse cambiato in Israele, fu per sua colpa, mentre quello che egli soffrì dopo, fu secondo la  volontà di Dio. Ci ricordiamo le sue parole dopo il ritorno dei suoi figli dall’Egitto dov’erano andati per comprare il grano per le loro famiglie. Nell’udire che erano stati accusati dal governatore di essere spie e che Simeone, benchè trattenuto, sarebbe stato liberato ma solo se, al loro ritorno per comprare nuovo grano, recassero Beniamino, Giacobbe, in un grido pieno di dolore disse: <<voi mi avete privato dei miei figli! Giuseppe non è più, Simeone non è più, e mi volete togliere anche Beniamino! Tutte queste cose pesano su di me! >> Gen. 42:36. Giacobbe vide tutti questi avvenimenti ed avversità come sventure. Non riuscì a realizzare che il Signore proprio attraverso queste dolorose circostanze, portava avanti il Suo piano, sia nella sua vita e destino spirituale, sia in quello della sua famiglia. Iddio ci dia grazia di guardare al di là dell’ora presente, al di là delle circostanze, al di là del visibile. Nel profeta Isaia leggiamo: Ma ora così parla il Signore, il tuo Creatore, o Giacobbe, colui che ti ha formato, o Israele! Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio! Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te; quando attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà, perché  sono il Signore il tuo Dio, il Santo di Israele, il tuo salvatore; io ho dato l’Egitto come tuo riscatto, l’Etiopia e Seba al tuo posto. Is. 43:1-3. Queste parole rivelano il piano di Dio anche per la Sua Chiesa. Lei pure deve attraversare più fiumi, più esperienze di fuoco. Non è più come nel passato, tempo di grandi manifestazioni; in questo nuovo tempo, la chiesa è chiamata ad affrontare le acque ed il fuoco di esperienze più dure, affinché SIA IDENTIFICATA con GESU’ nelle Sue sofferenze, morte e risurrezione (Filip. 3:7-10). Dio  non è cambiato. Egli è lo stesso ieri, oggi ed in eterno ma i suoi tempi  non rimangono gli stessi (Salmo 31:15). Egli è stato con noi nel passato, ed è con noi anche al presente. Sarà sempre con noi, sino alla fine dell’età presente. Ma siamo pure chiamati a bere di quel calice che Gesù  ha dovuto bere, cioè quella porzione (misura) che è destinata a ciascuno. Scrivendo ai Romani l’apostolo Paolo dice Io stimo che le sofferenze del tempo presente  non siano punto da paragonare con la gloria che ha essere manifestata a nostro riguardo. Se Dio è con noi chi sarà contro di noi? Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?. L’apostolo stesso da la risposta : Anzi in tutte queste cose siamo più che vincitori in virtù di Colui che ci ha amati. Facciamoci animo! Noi pure vogliamo accettare tutto quello che fa parte della nostra chiamata, con la stessa consapevolezza che fu nell’apostolo Paolo, quando disse: <<Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati pecore da macello>> Rom. 8:31-39. Non vogliamo come Giacobbe, pensare che gli avvenimenti ci sono contrari, ma vogliamo come Gesù, in quell’ora così difficile del Suo ministerio, giubilare in spirito, vedendo, come Lui, al di là del  visibile, al di là delle cose che sembrano contraddire il piano di Dio. Diamo luogo alla Sua volontà per la nostra vita e destino spirituale, sapendo che tutte le cose cooperano, lavorano insieme, al nostro bene  (Rom. 8:28) “ Non temere, o Giacobbe, o Israele!” Il tuo Creatore è anche il tuo Formatore, il tuo Salvatore e anche il tuo Re. Egli ti ama. Non ti ha lasciato e non ti lascerà.  Tu gli appartieni. Ma ora Egli ti chiama ad un nuovo tempo e  cammino in cui desidera che tu divieni uno con Lui attraverso le sofferenze che sono secondo la Sua volontà. Egli ti ha destinato ad essere IDENTIFICATO CON LUI, affinché anche gli altri siano benedetti attraverso di te. Però tu pure come Lui, dovrai attraversare delle acque e dei fiumi; ma quando li attraverserai Egli sarà teco. Dovrai passare anche delle prove di fuoco, ma NON AVERE SPAVENTO, esse non ti distruggeranno, perché il tuo Dio sarà con te. 

Pastore: Paolo Vitulli

 

 


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