La cordicella rossa filo di speranza (Giosuè 2:18)

La cordicella rossa filo di speranza (Giosuè 2:18)

Nella genealogia di Gesù riportata da Matteo si legge: “E Salmon generò Booz, di Rahab”(vers.Diodati); solo quattro donne sono menzionate in questo lungo elenco di nomi e Rhab è la seconda. Chi è ella che ha l’onore di avere il nome inserito nel più glorioso ricordo dell’universo?

Come di tutti i veri eroi, nascosti agli occhi del mondo ma preziosi davanti a Dio, di questo personaggio sappiamo ben poco.

L’epistola agli ebrei nel capitolo 11 al verso  31 dice: “Per fede Raab, la meretrice, avendo accolto le spie in pace, non perì con gli increduli”(vers.Diodati).

Forse noi non avremmo usato l’appellativo di “meretrice” perché rappresenta un insulto, trascurando di considerare che in realtà nasconde solo la testimonianza della più grande sventura per una donna.

Gli uomini, infatti,  usano  parole lusinghiere con le quali tendono a coprire iniquità nascoste.

Diversamente Iddio ha il Suo metodo, molto differente da quello del mondo,  per  valutare uomini e cose.

Il poco che si conosce di questa donna, fra le antenate del Re, è scritto nella narrativa riportata al capitolo 2 del libro di Giosuè.

Il nome di lei ha un significato tutt’altro che onorevole. Rahab, infatti, significa superbo, arrogante, litigioso, ed è lo stesso nome con cui viene, per ironia, menzionato l’Egitto: paese arrogante e superbo.

Dunque,  né dal nome né dalla qualifica di lei potremmo aspettarci nulla di buono. La narrativa, però, ci spinge ad osservare con attenzione questo oscuro e screditato personaggio; le spie andarono in Gerico, ma qui una sola casa poté riceverli: “ Entrarono in casa di una meretrice, per nome Rahab,  e quivi alloggiarono”.(vers. Luzzi).

Vi sono, qua e la nella scrittura, alcuni cenni che paiono gettati a caso ma che, ad un osservatore attento, aprono grandi segreti di sapienza e di pietà.

Fu notato l’arrivo di questi due sconosciuti, il Re di Gerico mandò a dire a Rahab che li facesse uscire, cioè li consegnasse.

Quella donna, però, possedeva un intendimento ed una tenerezza non comuni.

Aveva intuito la rovina di Gerico ed accolse i forestieri come un’ancora di salvezza. Nascose personalmente le spie e rispose agli ufficiali con un rapporto non esatto.

Povera donna, agì nel meglio che seppe; chissà quante volte lei stessa, avrebbe desiderato restare nascosta per evitare i commenti altrui.

Era di Gerico ma non dimorava nella città, la sua casa era addossata alle mura, nei pressi dell’uscita. Aveva fatto salire le spie sul tetto e le aveva nascoste sotto degli steli di lino che vi aveva ammucchiato, quando giunse l’ora opportuna salì da loro e disse: ”Io so che il Signore vi ha dato il paese…., noi abbiamo udito come il Signore asciugò le acque del mar Rosso davanti a voi….il vostro Dio è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra. Vi prego dunque, giuratemi per il Signore, poiché vi ho trattati con bontà, che anche voi tratterete con bontà la casa di mio padre”.(Nuova riveduta)

Ella chiese un segno vero  di fedeltà; basato sulla riverenza all’Iddio che nel suo cuore aveva già accettato chiamandolo Signore.

I due uomini piansero. ”Allora lei li calò giù dalla finestra con una fune”.(Nuova riveduta). Poi diede loro tutti i necessari ragguagli affinché non incontrassero quelli che il Re aveva mandato ad inseguirli. Quando le spie furono giù volsero il capo in alto e dissero a Rahab: “quando entreremo nel paese, attaccherai alla finestra per la quale ci fai scendere, questa cordicella di filo rosso”. (Nuova riveduta)

Ed ella rispose: Sia come dite! (Nuova riveduta) , poi li accomiatò ed essi se ne andarono. Il procedere di questa donna è sorprendente. Dopo la parola “andarono”, la Scrittura continua con  “E lei attaccò la cordicella rossa alla finestra”: (Nuova riveduta)  NON PERSE TEMPO!  La raccomandazione, infatti, era stata fatta per quando il popolo d’Israele sarebbe arrivato sotto le mura di Gerico. Non vi era premura per l’immediato di legare la corda. Le anime ardenti, però,  considerano molte cose: una morte prematura, ad esempio, e quindi la casa non sarebbe stata salvata con quelli che vi dimoravano. E poi perché indugiare e non affidarsi subito alla corda salvatrice?  Forse le spie non sarebbero più tornate in quel luogo. Di certo, però, non avrebbero mancato di rapportare a Giosuè ciò che avevano promesso e che doveva essere mantenuto come qualcosa di sacro. Fra tutte le case, di tutte le finestre, avrebbero dovuto guardare dove era la cordicella rossa. Era il segno stabilito di fedele impegno, da una parte, e sicura protezione dall’altra. Chi e quanti dovevano essere risparmiati, era secondario. Lo scampare non era collegato al numero di persone presenti. L’importante era proteggere tutti gli abitanti della casa alla cui finestra era legata la corda rossa. La funicella, monumento di fedeltà e sicurezza, rimase legata notte e giorno fino a dopo che Gerico fu distrutta. All’occhio ignorante poté sembrare, se pure lo avesse veduto, un oggetto inutile, ma per Rahab era la sola cosa che avesse reale valore. La vita di molti e di lei dipendeva da quel segno rosso. Lei ed altri furono salvi. Iddio però, non si contenta soltanto di liberare quelli che hanno il segno rosso del sangue di Cristo su di loro, ma intende anche arricchirli e farli entrare nella famiglia regale. Beati quelli che mantengono di continuo la corda scarlatta alla finestra del loro cuore. Il  Nuovo Testamento dichiara come il Signore diede a Rahab più di quello che ella avesse chiesto. Un’israelita sposò colei che aveva avuto una qualifica di disprezzo nel  popolo d’origine.

Ella,  per grazia, fece parte del popolo di Dio, divenne progenitrice di Davide e per esso del Signore Gesù Cristo.     

Pastore: Paolo Vitulli