In proverbi 29:18 (vers. Diodati), leggiamo che dove non c’è visione il popolo perisce. Ciò avviene perché senza una vera direzione spirituale, siamo come pecore senza pastore.
Al tempo dei Giudici ognuno, tra il popolo d’Israele, faceva ciò che era giusto ai propri occhi, perché mancava una chiara visione del piano di Dio. (Giudici 21:25).
La parola visione, significa rivelazione. Avere una chiara visione di Dio vuol dire, appunto, avere una chiara rivelazione di Lui e della Sua volontà.Dove non c’è la rivelazione di Dio e del Suo volere prevale la confusione e lo smarrimento.
Affermare che nessun uomo può vedere Dio e vivere, non significa non poterLo vedere, ma che nessun uomo può vedere Dio e continuare a vivere come ha vissuto prima.
A Peniel, Giacobbe vide Iddio e non fu più lo stesso. Ricevette un nuovo nome, Israele, cambiò il suo modo di camminare…, (Genesi 32:24-32) .
Anche Giobbe vide Iddio, e di conseguenza si pentì divenendo una nuova creazione (Giobbe 42).
Ogni volta che Dio rivela se stesso, rivela anche il Suo volere. A Mosè rivelò Se stesso nel pruno ardente, poi lo mandò a liberare il Suo popolo dalla schiavitù egiziana. Prima che questi potesse ubbidire al Signore, però, dovette togliersi i calzari a dimostrazione che Dio lo chiamava ad un impegno responsabile (Esodo 3:1-10).
Era imperativo che Mosè dimenticasse le sue vie ed i suoi pensieri, per le vie ed i pensieri di Dio e che lasciasse la sua volontà per la volontà di Dio.
Mosè ubbidì, rimase fedele alla propria chiamata, perché ebbe una chiara visione (rivelazione) dell’invisibile (Ebrei 11:27).
Fu alla morte del Re Uzzia che Isaia ebbe la visione di Dio. Perché vedesse il Re del cielo, fu necessaria la morte del re della terra. Il profeta vide il Signore seduto sul Suo Trono con i serafini che gli volavano intorno. Ogni serafino aveva Sei ali, con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. Mentre volavano proclamavano la santità del Signore. Isaia udì il Signore che diceva “Chi manderò e chi andrà per Noi?” . Prima che Isaia potesse dire” Eccomi, manda me”(Isaia 6:8) si vide come un uomo rovinato e perduto, uomo di labbra impure che dimorava in mezzo ad un popolo di labbra impure.
Questa non è l’affermazione di un uomo che cerca di difendersi o scusarsi biasimando gli altri, ma la confessione di un uomo che conosce la vera causa della sua condizione. Isaia sapeva di non essere la persona che sarebbe dovuta essere, perché dimorava dove Dio non voleva. Egli infatti, non dimorava nel volere sovrano di Dio. La confessione del profeta è il grido di chi non solo vuole essere perdonato, ma il grido di chi vuole essere cambiato. Rapidamente uno dei serafini volò presso l’Altare e con le pinze prese un carbone acceso, lo passò sulle labbra del profeta e disse: ”Ora la tua iniquità è rimossa ed il tuo peccato purgato”v.7 (vers. Diodati).
Nessun uomo può ammirare tutto lo splendore della Gloria di Dio, non più di quanto può levare gli occhi al sole senza esserne accecato. Ma alcuni uomini hanno visto Dio in occasione delle varie manifestazioni della sua Deità. Dei dodici, solo Pietro, Giacomo e Giovanni furono condotti da Gesù sul monte della Trasfigurazione.
La scrittura ci dice che Egli “li condusse su un alto monte in disparte” (Mat.17:1). Per ricevere la visione di Cristo trasfigurato, i tre discepoli ebbero prima bisogno di essere separati da ogni distrazione. Gesù stava pregando quando improvvisamente la Sua faccia divenne risplendente come il sole, ed i Suoi vestimenti divennero candidi e luminosi.
Svegliati dal sonno i tre discepoli videro Gesù trasfigurato e con Lui, Mosè ed Elia che parlavano della Sua imminente morte a Gerusalemme. Pietro, cercando di trattenerli, chiese a Gesù il permesso di costruire tre altari; uno per Lui, uno per Mosè, ed uno per Elia. Ma una nuvola adombrò i tre discepoli e da essa udirono una voce dal cielo che disse: ” Questo è il mio figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo” (v.5) alzando gli occhi Pietro, Giacomo e Giovanni “Non videro alcuno se non Gesù tutto solo”(v.8). Ciò di cui questi discepoli furono testimoni sul monte della trasfigurazione, fu la rivelazione del compimento di Dio Padre verso Gesù Cristo il Signore.
La visione in quel tempo fu quella di indicare l’unico a cui dare ascolto.
La visione (rivelazione) di Dio per Giacobbe fu determinante per un cambiamento radicale e profondo, per Giobbe fu l’adempimento di una nuova creazione, per Mosè accettare un impegno responsabile, per Isaia una vita che conosce la sovranità e la santità di Dio.
Infine la visione per i tre discepoli, rappresentò il mandato di far conoscere la grande Verità di Dio e per gli uomini di tutti i tempi, quella di ascoltare Gesù Cristo il Signore.
Pastore: Paolo Vitulli